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Condomino avverte il vicino di casa: “Non gridare mentre lo fai”, la sua risposta è esilarante

In un condominio italiano, è apparso un cartello singolare. Un condomino ha avvertito il suo vicino di casa di “non fare rumore” quando è a letto con la sua compagna. Il destinatario dell’avviso ha risposto in maniera esilarante (e forse anche un po’ fanciullesca).

Vivere in un condominio ha i suoi pro e i suoi contro. Tra i contro c’è indubbiamente quello della minore privacy e dell’obbligo di rispettare un regolamento interno. L’articolo 1138 del Codice Civile, infatti, stabilisce che i condomini con almeno dieci appartamenti siano costretti ad avere delle regole, accettate da tutti.

Queste servono a mettere nero su bianco i comportamenti utili a una civile convivenza, all’utilizzo delle aree comuni, la ripartizione delle spese e il manteimento del decoro all’interno dell’edificio. Nel regolamento condominiale è indicato anche qual è il limite relativo alle immissioni di rumore in un condominio.

Non ne esiste uno che sia valido in tutta Italia: ogni amministratore, d’accordo con i condomini, lo stila a beneficio di tutti. Solitamente è vietato disturbare gli altri condomini con rumori molesti nelle ore notturne e nel primo pomeriggio. In molti edifici del nostro paese, le fasce in questione sono 13-15 e 21-8.

Nel caso in cui il silenzio venga violato, la persona disturbata è tenuta a rivolgersi al suo vicino e cercare di risolvere pacificamente la questione. Se ciò non dovesse succedere, la palla passa in mano all’amministratore di condominio. In caso di violazioni gravi, possono essere interpellate le forze dell’ordine.

Quando si parla di rapporti intimi, ognuno ha i propri gusti. C’è chi preferisce farlo in silenzio e chi si lascia andare alla passione, esternando a voce alta tutto il proprio piacere. Questa seconda categoria di persone può risultare fastidiosa per chi si trova a proprio agio nel silenzio.

Nei condomini, inevitabilmente, si deve dar conto alla pace di altre persone, soprattutto del proprio vicino di casa. Nel palazzo di una città italiana, una famiglia ha espresso tutto il proprio disappunto verso i vicini focosi, a cui ha destinato quattro semplici parole. Come avrà risposto il destinatario del messaggio?

La risposta, forse, è un po’ infantile? Si può davvero ridurre all’invidia la richiesta di emettere rumori meno molesti? Queste piccole beghe da vicinato sono la normalità nel nostro paese. Quella illustrata in foto è la prima fase di un litigio tra condomini: la richiesta (seppur tramite foglio) al diretto interessato.

Se la coppia in questione dovesse continuare a fare rumori nei propri momenti intimi, è probabile che l’autore del primo foglietto si rivolgerà all’amministratore di condominio. A quel punto comincerà uno degli innumerevoli contenziosi tra vicini di casa, in salsa italiana.

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